Storia dal 1998 ad oggi

La comunità parrocchiale

Dal 1998 la Comunità parrocchiale è stata affidata alla cura pastorale della Diocesi.

Questo è il nostro impegno: portare il vangelo di Gesù nel cuore dell’uomo, di ogni uomo, nel cuore dell’uomo che vive lontano, che si è smarrito, che è alla ricerca di briciole di felicità, che ha lasciato il suo Dio per sostituirlo con le cose terrene. Tutti siamo impegnati nell’opera di evangelizzazione, in un opera educativa che sconvolge i nostri piani e i nostri sogni, le nostre aspettative e i nostri progetti. Chi tra noi non ha mai sognato di raggiungere le vette della felicità, della gioia piena, chi tra noi non ha per un attimo desiderato di essere la persona più… di questo mondo. E noi lo possiamo: come comunità, come segno, come profezia. La comunità che nelle sue opere testimonia la vita per Lui e per la Chiesa. L’impegno per tutti: bambini, giovani e adulti.  

La comunità parrocchiale è chiamata a: guardare , ascoltare, condividere, accogliere e ad aprirsi. Il nostro passo, all'inizio di questo nuovo secolo, deve farsi più spedito nel ripercorrere le strade del mondo. Le vie sulle quali ciascuno di noi, e ciascuna delle nostre Chiese, cammina, sono tante, ma non v'è distanza tra coloro che sono stretti insieme dall'unica comunione, la comunione che ogni giorno si alimenta alla mensa del Pane eucaristico e della Parola di vita. Ogni domenica il Cristo risorto ci ridà come un appuntamento nel Cenacolo, dove la sera del «primo giorno dopo il sabato» (Gv 20,19) si presentò ai suoi per « alitare » su di loro il dono vivificante dello Spirito e iniziarli alla grande avventura dell'evangelizzazione.

Il territorio della parrocchia

Il territorio della Parrocchia è ampio e presenta caratteristiche fisiche diverse. Le vie principali che l’attraversano sono anche centro commerciale. Diverse sono le zone caratterizzate esclusivamente dalle abitazioni. La Chiesa parrocchiale, in rapporto al territorio, è decentrata e di non agevole accesso. Per questo parecchi trovano più facile frequentare Chiese più vicine. L’azione pastorale da anni intrapresa, ha richiesto la divisione del territorio in zone pastorali, pertanto una gran parte della vita della comunità si svolge fuori dalle strutture parrocchiali. Nel territorio della Parrocchia è presente il Carcere, la scuola media “P. Leone”, l’Istituto “M. Mazzarello” delle F.M.A. La struttura fisica dell’Oratorio è composta da un cortile, da sale ricreative e per incontri e da un salone multiuso.

Le zone pastorali

Il territorio della Parrocchia è stato diviso in 7 zone pastorali per una appropriata animazione delle famiglie e dei condomini, operando così una pastorale d’insieme attraverso un processo di decentramento. Ogni zona pastorale abbraccia una o più vie, ha un responsabile, dei coordinatori e un messaggero per ogni condominio. L’impegno di questi animatori rende presente l’azione della Chiesa nel territorio. Pertanto vanno curati e sollecitati nello zelo.

La zona è considerata il luogo della vita di fede della Comunità Parrocchiale, ed in essa vengono svolti diversi momenti di fede con stile missionario, oltre che gesti ed azioni di fraterno servizio.

I Cenacoli del Vangelo

Tra le varie modalità con cui le Chiese che sono in Italia svolgono la cate­chesi degli adulti, una forma di catechesi abbastanza diffusa è quella che si svolge nei cosiddetti Cenacoli del Vangelo.

I Cenacoli del Vangelo sono gruppi di persone che si radunano nelle case per riscoprire il messaggio cristiano in stretto rapporto con i problemi della vita, per riscoprire la propria identità cristiana e aprirsi alla dimensione comuni­taria della vita cristiana.

I Cenacoli del Vangelo hanno innanzitutto una funzione evangelizzatrice: essi in­tendono aiutare gli adulti ad aprirsi al senso religioso, a riaccostarsi alla parola di Dio, a riflettere e a dialogare sui problemi della vita alla luce della Parola.

Dopo un periodo di rievangelizzazione, i Cenacoli del Vangelo diventano luo­ghi di catechesi, cioè ambiti in cui si approfondiscono i contenuti fondamentali del messaggio cristiano in stretta aderenza al vissuto quotidiano, si promuo­ve nei partecipanti una maggiore coerenza tra fede e vita, si risveglia e si ma­tura il senso di appartenenza e di corresponsabilità ecclesiale e si favorisce l'impegno missionario.

I Cenacoli del Vangelo si caratterizzano per alcune precise scelte metodologiche:

  • si tengono nelle case, anziché negli ambienti parrocchiali, per poter rag­giungere il numero più alto di persone; nelle case infatti si possono avvicina­re anche le persone che non verrebbero mai in chiesa;
  • si tengono nelle case, là dove i membri di ciascuna famiglia si riuniscono, trascorrono momenti lieti e tristi, e dove condividono concretamente i problemi della vita quotidiana;
  • si tengono nelle case perché la parola di Dio non rimanga confinata in luoghi «sacri», ma incroci i problemi delle persone e dell'ambiente e li illumi­ni (cf. Col 3,16);
  • si tengono nelle case per favorire un clima familiare, per avere maggior, possibilità di dialogo e di confronto, per vivere un'esperienza di comunione e di solidarietà;
  • valorizzano la dinamica di gruppo: il piccolo gruppo aiuta le persone a uscire dall'anonimato, a confrontarsi con gli altri sui problemi della vita, a mettersi in discussione, a maturare il senso di appartenenza ecclesiale;
  • valorizzano animatori laici – senza escludere animatori presbiteri e reli­giosi – per promuovere la loro ministerialità nell'evangelizzazione e per favo­rire una correlazione più forte tra il messaggio cristiano ed i problemi concrea della vita quotidiana, di cui il laico di solito ha un'esperienza più diretta (pro­blemi della vita di coppia e di genitori, problemi del lavoro, problemi econo­mici e sociali, ecc.).

Le celebrazioni zonali

Durante l’anno liturgico ogni zona celebra alcuni segni religiosi nel proprio territorio per coinvolgere il più possibile chi è lontano dalla vita della comunità.

I Segni religiosi celebrati in zona sono: la Via Crucis in Quaresima, la Peregrinatio Mariae, la celebrazione del Corpus Domini e le messe zonali nel mese di giugno. Diversi di questi momenti creano un coinvolgimento molto ampio. Vanno quindi preparati con attenzione e per tempo, promuovendo sempre più il coinvolgimento di chi è lontano.

La lettera mensile

È un semplice foglio che porta ad ogni famiglia mensilmente un messaggio e delle comunicazioni. Esso è portato ad ogni famiglia dai messaggeri, creando così a lungo andare un contatto continuo delle famiglie con il cuore della Comunità Parrocchiale, anche attraverso il Foglio ed i messaggeri. Va posta molta attenzione alla preparazione dei contenuti e della redazione del Foglio.

I ritiri e le assemblee comunitarie

Lungo l’anno ogni settore è chiamato ad un ritiro di un pomeriggio per una particolare riflessione sulla meta annuale e per un momento fraterno comunitario. I ritiri sono momenti particolarmente significativi per la formazione permanente e la nuova evangelizzazione. Essi sono preparati ed animati dall’equipe di evangelizzazione.

Anche le assemblee comunitarie di inizio anno pastorale, dei pellegrinaggi mariani sono momenti di grande aggregazione che fanno crescere tutta la comunità nel senso di unità, di appartenenza e di Chiesa.

L’associazionismo

Anche per gli adulti è promossa ogni forma di associazionismo che porti il credente a vivere la propria fede con serietà, in ascolto della Parola di Dio, attraverso itinerari di fede idonei a far crescere nella fede e nella concreta comunione fraterna, attraverso diversi carismi. Così nella Parrocchia si attua una comunione di piccole comunità che formano la Chiesa. Ogni gruppo ed associazione è impegnato a seguire il proprio itinerario e curare la propria identità pur mirando costantemente e concretamente all’unità ed al coordinamento. Sono presenti due gruppi di RnS, lo Scoutismo, l’Itinerario di Fede, e il Gruppo Aquila e Priscilla.

Nel segno di Giovanni Paolo II

«Siamo qui sotto la stessa luce, sotto la sua croce, cantando ad una voce. E’ l’Emmanuel, l’Emmanuel…». Sono le parole che durante la splendida ed unica notte del 19 Agosto 2000, due milioni di giovani hanno elevato al cielo terso di Tor Vergata, un inno alla gioia e alla giovinezza perenne di Cristo. La canzone simbolo della XV Giornata Mondiale della Gioventù ci ha ricordato il mistero dell’Incarnazione del Verbo, della sua venuta tra noi, del suo pellegrinaggio sulla terra, del suo incontro festoso e cordiale con gli uomini lungo le strade del mondo. È la compagnia di Gesù.

In questi anni milioni di giovani hanno accolto il messaggio di Giovanni Paolo II, con lui hanno percorso la strada che conduce a Cristo. Colpiti dalla tenerezza del Papa, e incoraggiati dal suo volto sofferente, dal vangelo superiore della sofferenza, sono stati inviati nel mondo per vivere la missione evangelizzatrice come segno profetico del rinnovamento interiore e della giovinezza dello Spirito.

L’adesione totale a Cristo e al suo Vangelo ha caratterizzato il dialogo del Santo Padre con i giovani nelle piazze di tutto il mondo, in modo particolare nelle piazze di San Giovanni in Laterano e di San Pietro prima e Tor Vergata successivamente.

La sera del 15 agosto, alla domanda del Papa, “cosa siete venuti a cercare” con il vostro pellegrinaggio, i giovani stessi hanno anticipato la risposta: “Gesù Cristo”. Poi, nella veglia e quindi nella Messa celebrata a Tor Vergata, il dialogo ha ruotato intorno ad altre due domande, che segnano due passaggi decisivi dei Vangeli: “Voi chi dite che io sia?” (Mt 16,15) e “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6,68). Oggi disponiamo di un’ icona per dire quello che il Papa mette al centro della sua relazione con i giovani e chiede fermamente a loro: il «laboratorio della fede incentrato su Gesù Cristo sotto la grazia del Padre».

Il laboratorio della fede dice di un bisogno di condivisione e di compagnia nella fede, di evangelizzazione, come grazia di radicalità, di profondità, di progettualità globale. La sfida missionaria è stata per Giovanni Paolo II la prova suprema dell’identità cristiana del mondo giovanile. Le Giornate Mondiali della Gioventù si sono caratterizzate come un atto grande di evangelizzazione. Si profila, ora, per la comunità il compito di promuovere una spiritualità giovanile in cui momenti ascetici si intrecciano con il vivere da cristiani nella situazione di questo mondo, colto così come è, con le sue sfide, maturando nei giovani la responsabilità verso il futuro. «Siate i santi del terzo millennio». Tre aspetti emersi dalla Giornata Mondiale della Gioventù donano un profilo nuovo all’educazione giovanile: stare con i giovani, parlare con loro, considerarli e volerli soggetti attivi.

Ogni comunità cristiana, all’inizio del nuovo millennio, è chiamata ad un nuovo atteggiamento da assumere verso le nuove generazioni con la passione e lo slancio di sempre. La comunità cristiana è chiamata ad un profondo esame di coscienza per verificare le attenzioni e le premure verso i giovani.

L’esperienza cristiana è essenzialmente esperienza trinitaria quindi realtà comunitaria e relazionale. La nascita di una Casa del Giovane parrocchiale, che si ispira agli insegnamenti e alla testimonianza di Giovanni Paolo II, segna una via nuova per l’educazione dei giovani alla fede. E’ il segno di una Chiesa profetica che crede ancora nei giovani, nella loro fede e nella loro sete di compagnia e condivisione. C’è troppa solitudine nella vita odierna e un desiderio di raccontare la propria vita e i propri sogni.

Nel rispetto delle indicazioni dei Vescovi Italiani, in modo particolare della testimonianza coraggiosa del Santo Padre, la Comunità Parrocchiale del Sacro Cuore, con l’aiuto dei vari operatori e collaboratori, si sforza, nella ferialità, di diventare compagna di quei giovani che sono alla ricerca di Cristo. Insieme ci ritroveremo nel laboratorio della fede per sperimentare la gioia di appartenere a Lui. Sogniamo e crediamo in una Chiesa giovane e in una Chiesa che accoglie i giovani, crediamo in una comunità dalle porte spalancate, compagna di viaggio, attenta ai bisogni di tutti e in particolare delle nuove generazioni.

E le Giornate Mondiali della Gioventù celebratasi in ogni angolo del mondo ci hanno insegnato proprio questo. Da ogni Giornata Mondiale dei Giovani siamo ritornati con un grande fuoco dentro: la passione per l’annuncio di Cristo ai giovani.

Il Pontificato di Giovanni Paolo II ha segnato una tappa fondamentale: non si torna indietro. La Giornata Mondiale della Gioventù ci spinge a ripartire dal quotidiano, perché è stata l’espressione della pastorale quotidiana. Ci è stato donato un tesoro prezioso da non disperdere. L’insegnamento del Papa ci spinge oltre i confini abituali dell’azione pastorale: un monito per tutti noi e per le nostre comunità cristiane. Una Chiesa aperta, accogliente, generosa e presente sulla strada dei giovani. Crediamo in una Chiesa madre e compagna di viaggio, una Chiesa, casa e scuola di comunione che offra sostegno, certezze e tanto amore.

La condivisione della vita è il segno di un’attenzione autentica e fedele. Se sogni assieme ad altri, il sogno sta seminando speranza.

La Casa del Giovane Giovanni Paolo II, struttura autonoma che può ospitare fino a 20 giovani, vuole essere questo segno. Un laboratorio dove i giovani maturano la propria fede in un clima di festa: Confronto, Dialogo, Musica, Teatro, Animazione culturale, OraTV, Bricolage e dintorni, Pittura, Ceramica, Fiera dei sapori, Giornalismo, Cineforum, Silenzio, Confessione, Condivisione della mensa, Adorazione e Preghiera notturna, Letture, e Celebrazione Eucaristica.

Dal 3 Febbraio 2002 ininterrottamente la casa (il villino estivo) di Mons G. Iacono e la casa che fu per tanto tempo dimora dei Salesiani è stata la meta di tanti giovani che hanno offerto il loro tempo, il loro entusiasmo, la loro fede per la costruzione della loro casa. Casa dei giovani perché la Chiesa è giovane e il nostro è un Dio giovane.

Crediamo che la vita nella comunione e nella fraternità costituisca un forte segno di testimonianza per quei giovani che sono alla ricerca della verità a cui credere o lontani da se stessi perché smarriti. E’ il servizio che vogliamo prestare come Chiesa e come comunità radunata dalla Parola di Dio.

Dal 12 Aprile 2002, giorno dell’inaugurazione, circa 600 tra giovani e ragazzi si sono alternati a vivere la loro quotidianità nella Casa. E non solo nisseni.

Oggi l’opera si arricchisce di un Teatro restaurato e delle nuove aule per i laboratori.

Nasce Casa Wojtyla.

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