Storia dal 1998 ad oggi

«Siamo qui sotto la stessa luce, sotto la sua croce, cantando ad una voce. E’ l’Emmanuel, l’Emmanuel…». Sono le parole che durante la splendida ed unica notte del 19 Agosto 2000, due milioni di giovani hanno elevato al cielo terso di Tor Vergata, un inno alla gioia e alla giovinezza perenne di Cristo. La canzone simbolo della XV Giornata Mondiale della Gioventù ci ha ricordato il mistero dell’Incarnazione del Verbo, della sua venuta tra noi, del suo pellegrinaggio sulla terra, del suo incontro festoso e cordiale con gli uomini lungo le strade del mondo. È la compagnia di Gesù.

In questi anni milioni di giovani hanno accolto il messaggio di Giovanni Paolo II, con lui hanno percorso la strada che conduce a Cristo. Colpiti dalla tenerezza del Papa, e incoraggiati dal suo volto sofferente, dal vangelo superiore della sofferenza, sono stati inviati nel mondo per vivere la missione evangelizzatrice come segno profetico del rinnovamento interiore e della giovinezza dello Spirito.

L’adesione totale a Cristo e al suo Vangelo ha caratterizzato il dialogo del Santo Padre con i giovani nelle piazze di tutto il mondo, in modo particolare nelle piazze di San Giovanni in Laterano e di San Pietro prima e Tor Vergata successivamente.

La sera del 15 agosto, alla domanda del Papa, “cosa siete venuti a cercare” con il vostro pellegrinaggio, i giovani stessi hanno anticipato la risposta: “Gesù Cristo”. Poi, nella veglia e quindi nella Messa celebrata a Tor Vergata, il dialogo ha ruotato intorno ad altre due domande, che segnano due passaggi decisivi dei Vangeli: “Voi chi dite che io sia?” (Mt 16,15) e “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6,68). Oggi disponiamo di un’ icona per dire quello che il Papa mette al centro della sua relazione con i giovani e chiede fermamente a loro: il «laboratorio della fede incentrato su Gesù Cristo sotto la grazia del Padre».

Il laboratorio della fede dice di un bisogno di condivisione e di compagnia nella fede, di evangelizzazione, come grazia di radicalità, di profondità, di progettualità globale. La sfida missionaria è stata per Giovanni Paolo II la prova suprema dell’identità cristiana del mondo giovanile. Le Giornate Mondiali della Gioventù si sono caratterizzate come un atto grande di evangelizzazione. Si profila, ora, per la comunità il compito di promuovere una spiritualità giovanile in cui momenti ascetici si intrecciano con il vivere da cristiani nella situazione di questo mondo, colto così come è, con le sue sfide, maturando nei giovani la responsabilità verso il futuro. «Siate i santi del terzo millennio». Tre aspetti emersi dalla Giornata Mondiale della Gioventù donano un profilo nuovo all’educazione giovanile: stare con i giovani, parlare con loro, considerarli e volerli soggetti attivi.

Ogni comunità cristiana, all’inizio del nuovo millennio, è chiamata ad un nuovo atteggiamento da assumere verso le nuove generazioni con la passione e lo slancio di sempre. La comunità cristiana è chiamata ad un profondo esame di coscienza per verificare le attenzioni e le premure verso i giovani.

L’esperienza cristiana è essenzialmente esperienza trinitaria quindi realtà comunitaria e relazionale. La nascita di una Casa del Giovane parrocchiale, che si ispira agli insegnamenti e alla testimonianza di Giovanni Paolo II, segna una via nuova per l’educazione dei giovani alla fede. E’ il segno di una Chiesa profetica che crede ancora nei giovani, nella loro fede e nella loro sete di compagnia e condivisione. C’è troppa solitudine nella vita odierna e un desiderio di raccontare la propria vita e i propri sogni.

Nel rispetto delle indicazioni dei Vescovi Italiani, in modo particolare della testimonianza coraggiosa del Santo Padre, la Comunità Parrocchiale del Sacro Cuore, con l’aiuto dei vari operatori e collaboratori, si sforza, nella ferialità, di diventare compagna di quei giovani che sono alla ricerca di Cristo. Insieme ci ritroveremo nel laboratorio della fede per sperimentare la gioia di appartenere a Lui. Sogniamo e crediamo in una Chiesa giovane e in una Chiesa che accoglie i giovani, crediamo in una comunità dalle porte spalancate, compagna di viaggio, attenta ai bisogni di tutti e in particolare delle nuove generazioni.

E le Giornate Mondiali della Gioventù celebratasi in ogni angolo del mondo ci hanno insegnato proprio questo. Da ogni Giornata Mondiale dei Giovani siamo ritornati con un grande fuoco dentro: la passione per l’annuncio di Cristo ai giovani.

Il Pontificato di Giovanni Paolo II ha segnato una tappa fondamentale: non si torna indietro. La Giornata Mondiale della Gioventù ci spinge a ripartire dal quotidiano, perché è stata l’espressione della pastorale quotidiana. Ci è stato donato un tesoro prezioso da non disperdere. L’insegnamento del Papa ci spinge oltre i confini abituali dell’azione pastorale: un monito per tutti noi e per le nostre comunità cristiane. Una Chiesa aperta, accogliente, generosa e presente sulla strada dei giovani. Crediamo in una Chiesa madre e compagna di viaggio, una Chiesa, casa e scuola di comunione che offra sostegno, certezze e tanto amore.

La condivisione della vita è il segno di un’attenzione autentica e fedele. Se sogni assieme ad altri, il sogno sta seminando speranza.

La Casa del Giovane Giovanni Paolo II, struttura autonoma che può ospitare fino a 20 giovani, vuole essere questo segno. Un laboratorio dove i giovani maturano la propria fede in un clima di festa: Confronto, Dialogo, Musica, Teatro, Animazione culturale, OraTV, Bricolage e dintorni, Pittura, Ceramica, Fiera dei sapori, Giornalismo, Cineforum, Silenzio, Confessione, Condivisione della mensa, Adorazione e Preghiera notturna, Letture, e Celebrazione Eucaristica.

Dal 3 Febbraio 2002 ininterrottamente la casa (il villino estivo) di Mons G. Iacono e la casa che fu per tanto tempo dimora dei Salesiani è stata la meta di tanti giovani che hanno offerto il loro tempo, il loro entusiasmo, la loro fede per la costruzione della loro casa. Casa dei giovani perché la Chiesa è giovane e il nostro è un Dio giovane.

Crediamo che la vita nella comunione e nella fraternità costituisca un forte segno di testimonianza per quei giovani che sono alla ricerca della verità a cui credere o lontani da se stessi perché smarriti. E’ il servizio che vogliamo prestare come Chiesa e come comunità radunata dalla Parola di Dio.

Dal 12 Aprile 2002, giorno dell’inaugurazione, circa 600 tra giovani e ragazzi si sono alternati a vivere la loro quotidianità nella Casa. E non solo nisseni.

Oggi l’opera si arricchisce di un Teatro restaurato e delle nuove aule per i laboratori.

Nasce Casa Wojtyla.

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