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Alla Chiesa Nissena che mi ha donato la fede in Cristo! In evidenza

Alla Chiesa Nissena che mi ha donato la fede in Cristo!

 

«L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore». 

Con l’animo colmo di trepidazione e di profonda indegnità volgo il mio sguardo alla Madre di Gesù che in questo straordinario tempio, dove si celebra il mistero della Divina Bellezza, viene venerata dai seminaristi con il titolo di «Maria, Madre della Chiesa».

Il 12 dicembre scorso, memoria liturgica della Madonna di Guadalupe, il Nunzio Apostolico in Italia S.E.R. Mons. Emil Paul Tscherrig mi ha voluto incontrare a Roma per comunicarmi che papa Francesco mi aveva nominato Vescovo della Chiesa che vive a Noto.

Il confronto amichevole, paterno e schietto con il Nunzio apostolico ha diradato le mie preoccupazioni e paure portando serenità e un grande senso di pace.

Fermandomi a pregare mi sono detto: «Continuerò ad alzare il calice della salvezza e invocare il nome del Signore con e per un popolo desideroso di camminare insieme al Suo Pastore Gesù, ai suoi sacerdoti, ai fedeli laici e crescere sulla via della santità».

Sono persuaso e profondamente convinto che «le misericordie del Signore non sono finite» e per questo non voglio nascondere le mie paure e la povertà della mia persona ma, nello stesso tempo, continuare a confidare nel Suo Santo Amore, nella Sua paterna e materna presenza. Desidero fortemente consegnare, ancora una volta, il mio ministero apostolico al Suo mite e umile Cuore di Pastore che conosce, ama e dona la sua vita per il gregge. Tutto il Suo gregge!

Ho già espresso sentimenti di filiale gratitudine al Santo Padre, Papa Francesco nella Lettera con la quale, il 12 dicembre, ho accettato di spendere la mia vita per la Chiesa di Noto che mi affida. E ancora oggi lo rinnovo!

Mentre invoco la Sua benedizione sulla mia persona, sulla amata Chiesa nissena e sul popolo di Dio pellegrino, nella bellissima terra netina, rinnovo la mia personale gratitudine al Successore di Pietro per l’intensità e la profondità del suo evangelico magistero, per la sua testimonianza di credibile vita e per la via che ci indica nell’essere vera Chiesa di Cristo, vangelo incarnato, comunità di veri fratelli e sorelle.

Qui, dove è maturata la mia vocazione al sacerdozio, rinnovo il mio filiale e obbediente ossequio alla Chiesa nissena che amo e che continuerò a portare nel cuore e porgo il mio affettuoso saluto alla Chiesa netina.

Con voi, Chiesa che il Signore mi affida, voglio ascoltare la Sua voce, pregare e celebrare la fede, camminare, suscitare il fascino dell’incontro gratuito e informale, tessere trame di feconda relazione con sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi, famiglie, giovani, ragazzi, bambini, ammalati, poveri e bisognosi, con le altre confessioni religiose, istituzioni tutte e con ogni uomo e donna di buona volontà che ogni giorno faticano per realizzare il proprio sogno. Sulla Tomba dell’apostolo Pietro e su quella di San Giovanni Paolo II, il cui insegnamento ha guidato e illuminato la mia attività apostolica, ho pregato per voi, per le vostre famiglie e le vostre intenzioni.

Un saluto al carissimo Mons. Antonio Staglianò chiamato dal Santo Padre a presiedere con esperta e qualificata competenza la Pontifica Accademia di Teologia. Ringraziandolo per il lavoro svolto in Diocesi lo ricordo nella preghiera augurandogli ogni bene nel Signore.

Un affettuoso saluto al mio Vescovo Mons. Mario Russotto. Sono grato al Signore che lo ha chiamato a guidare la nostra Chiesa con diligenza e amore paterno. In questi anni ho collaborato con lui in prima persona per tracciare sentieri di vicinanza pastorale al popolo di Dio, in modo particolare ai giovani, ai catechisti e agli insegnanti di religione. Quante giornate indimenticabili nella nostra piccola e amata chiesa nissena! Confronti sereni e fruttuosi per far crescere i fedeli tutti nella fede e nell’amore. Grazie Eccellenza per questi anni meravigliosi, per il bene incondizionato e la profonda stima nutrita nei miei confronti.

Non posso non ricordare la collaborazione intensa e giornaliera, fraterna e solidale con Mons. Giuseppe La Placa, vescovo di Ragusa a cui va il mio saluto. Pensieri di amicizia grata al carissimo Mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa e a Mons. Onofrio Castelli, attuale vicario generale della Diocesi e compagno fraterno in Seminario.

Il mio pensiero va ai compianti Mons. Alfredo Maria Garsia che mi ha ordinato sacerdote e a Mons. Liborio Campione che mi ha guidato nei primi anni di vita sacerdotale. Il Signore li ricompensi per le loro fatiche apostoliche e il servizio alla Chiesa nissena.

In questo luogo, voluto da Mons. Intreccialagli come cuore e scrigno di orante silenzio, il mio pensiero va al Seminario. Per chi, con la parola e l’esempio, ci ha insegnato che il sacerdozio è un mistero che si celebra tra cielo e terra, per chi ci ha fatto vivere intensamente la formazione seminaristica declinandola nella dimensione umana-intellettuale-spirituale-apostolica: i sacerdoti Giovanni Speciale e Antonio Giliberto, grandi testimoni che hanno reso il Seminario luogo di incontro, centro di vera spiritualità e fucina di cultura per la nostra città. Gli attuali formatori Don Aldo Amico, Don Marco Paternò e Don Maurizio Vullo, sulla scia dei nostri santi predecessori, riescano a far innamorare il popolo di Dio di questo luogo, «cuore della Diocesi» così come da sempre ci ha ricordato Mons. Mario Russotto citando il Venerabile Mons. Giovanni Jacono.

Ringrazio i confratelli e i docenti laici dell’Istituto Teologico “Mons. Giovanni Guttadauro”, i seminaristi, i membri di tutte le Aggregazioni laicali, dei Movimenti, delle Associazioni, del Consiglio Pastorale e Presbiterale, i Religiosi e le Religiose, i collaboratori della Curia Vescovile, i catechisti della Diocesi, gli Insegnanti di Religione e le comunità cristiane incontrate nello svolgimento del mio servizio diocesano come Direttore della Pastorale Giovanile e dell’Ufficio Catechistico sostenuto sempre dalla preziosa collaborazione delle rispettive equipes. Un grazie particolare alla Prof.ssa Maria Assunta La Marca.

Grazie ai collaboratori che mi hanno accompagnato nel riordino della Biblioteca del Seminario: uno scrigno di cultura custode di opere e testimonianze di notevole interesse.

Ai Figli e alle Ancelle dell’Amore Misericordioso fondato dalla Beata Madre Speranza di Gesù, ai sacerdoti diocesani con voti, il mio più caloroso abbraccio e fraterno ringraziamento. Alla sorgente dell’Amore crocifisso ho compreso pienamente che «Dio è un Padre pieno di bontà che cerca in tutti i mezzi di confortare, aiutare e rendere felici i propri figli; e che li segue e li cerca con amore instancabile, come se Lui non potesse essere felice senza di loro…È un padre che ama, che non tiene in conto, perdona e dimentica… È un Padre, non un giudice severo…È un Padre che attende il Figlio prodigo per abbracciarlo».

Il 1994 segna una tappa importante nel mio ministero sacerdotale: la ripresa degli studi accademici dopo i primi anni di vita pastorale in parrocchia. L’incontro con Don Bosco e la famiglia salesiana! Gli anni al San Tommaso di Messina e all’Ups di Roma mi hanno permesso di crescere e allargare gli orizzonti di pensiero, di riflessione e progettazione: grazie alla testimonianza dei compianti Don Riccardo Tonelli, Don Giovanni Cravotta e Don Ferdinando Aronica.

La mia personale gratitudine al Collegio dei Docenti del San Tommaso, agli alunni e ai membri del Centro di Pedagogia Religiosa, in modo particolare a Don Giuseppe Cassaro, Don Gianni Russo, Don Antonino Romano, salesiani e al mio compagno di viaggio Don Rino Dello Spedale Alongi.

Ai membri della Segreteria Nazionale del Forum degli Oratori italiani della CEI di cui ho fatto parte. Grazie! Lì ho imparato e contemplato che l’animazione dei ragazzi e dei giovani in Oratorio è una via percorribile per ridare speranza e gioia alla nostra pastorale giovanile.

Ringrazio i fedeli laici e i sacerdoti che ho incontrato nelle comunità di Santa Lucia, San Giuseppe e Santa Flavia a Caltanissetta, della Madrice e del Rosario a San Cataldo, come anche le autorità civili e militari di Delia, San Cataldo e Caltanissetta.

Alla comunità del Sacro Cuore – ormai prossima al 70mo anniversario di fondazione - va il mio singolare ringraziamento: al mio predecessore Mons. Antonino Migliore, vescovo emerito di Coxim, ai vari vicari parrocchiali, in modo particolare Padre Gaspare e Padre Deodatus, ai salesiani e alla Comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Spendersi per Cristo significa governare e rigovernare una locanda dove il passo stanco del pellegrino può trovare riposo e ristoro sapendo che lì ci si può sedere a mensa con il Signore e incontrarLo veramente. Anche nella Comunità Parrocchiale del Sacro Cuore ho trovato la Sua gente, i volti giovani e quelli rugosi, le mani lisce e quelle incallite, le voci fresche e quelle stanche, le lacrime e i sorrisi, la vita dei singoli gruppi, la generosità dei benefattori e la storia degli uomini e delle donne del nostro tempo senza la quale un sacerdote sarebbe più povero.

L’esperienza pastorale di Casa Wojtyla è un segno antico ma profetico di come le nostre comunità possano oggi, attraverso, la compagnia, l’annuncio, il gioco, la comunione e i nuovi linguaggi formare i ragazzi ai valori autentici del vangelo. Sono riconoscente a tutti gli animatori adulti che continuamente si spendono senza riserve per amore di questa opera a servizio della comunità parrocchiale e della Chiesa diocesana. E in questi 22 anni di servizio parrocchiale quanti insegnamenti mi hanno trasmesso i bambini, i ragazzi e i giovani… l’amore per la vita e il valore di un sorriso.

Ricordo con grande affetto tutti voi, carissimi confratelli del presbiterio nissno, per la fraternità sacerdotale vissuta sempre con passione e nello spirito della comunione, i miei compagni di seminario ordinati in altre diocesi: Padre Raimondo Gueli (Diocesi di San Miniato) Padre Giovanni Ferrara (Diocesi di Padova) Padre Vincenzo Nuara (Ordine dei Predicatori) e Padre Alfonso Bartolotta (Oblato di Maria Immacolata).

Ai sacerdoti compaesani che mi hanno accompagnato in Seminario e hanno coltivato la mia vocazione. Ora partecipano della liturgia celeste: indimenticabili Padre Giuseppe Riccobene e Padre Giuseppe Genova. Sono legato alla comunità cristiana di Delia e ai suoi sacerdoti: Don Carmelo Carvello, Don Bernardo Randazzo, Don Giuseppe Adamo e Don Lino De Luca.

Alla mia famiglia. Alla mia grande zia, alle mie sorelle e a mio fratello, ai miei cugini e parenti tutti. Agli amici di sempre! Il vostro affetto in questi anni l’ho percepito come il respiro gratuito dell’anima. La storia della nostra famiglia la custodisco nel cuore come spazio di vita sofferta e gioiosa.

Ai miei genitori che il Signore ha chiamato a Sé: Pina e Giovanni, l’Alfa e l’Omega della mia vita e di questi primi 32 anni di sacerdozio. Da loro ho imparato l’alfabeto della fede e della carità. Partendo dal sacrificio si arriva a gustare la vita in pienezza. Sono stato sempre orgoglioso di loro e so che dal cielo vegliano notte e giorno su di me e su tutti i miei familiari.

Alla materna intercessione della Vergine Maria Scala del Paradiso, a San Michele Arcangelo, San Corrado Confalonieri, San Nicolò, Santa Rosalia, San Giovanni Bosco, San Giovanni Paolo II e alla Beata Madre Speranza di Gesù, affido la mia persona e il mio ministero episcopale perché come servo e pastore possa camminare con il popolo santo di Dio e ricordare che «eterna è la sua misericordia». Pregate per me! Grazie!

 

Caltanissetta, 22 dicembre 2022

Cappella Maggiore del Seminario Vescovile

 

Vostro Aff.mo

✠ Salvatore Rumeo

Vescovo eletto di Noto

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All’amata Chiesa di Noto e a Mons. Antonio Staglianò In evidenza

All’amata Chiesa di Noto e a Mons. Antonio Staglianò Amministratore Apostolico

 

Carissimi fratelli e sorelle,

discepoli del Signore che formate la splendida comunità cristiana di Noto: giunga a voi il mio fraterno saluto! Vengo a voi con spirito di umile fede nel giorno in cui viene comunicata la notizia della mia elezione a Pastore e guida della nostra comunità cristiana.

Il mio è il saluto del Risorto: «Shalom». La pace del Signore raggiunga il cuore di tutti voi impegnati a costruire sentieri di profonda umanità e scrivere pagine di vangelo vivo nel solco della nostra storia segnata da drammi e sofferenze ingiuste.

Il 12 dicembre scorso, memoria liturgica della Madonna di Guadalupe, il Nunzio Apostolico in Italia S.E.R. Mons. Emil Paul Tscherrig mi ha voluto incontrare a Roma per comunicarmi che papa Francesco mi aveva nominato Vescovo della Chiesa che è a Noto.

Il confronto amichevole, paterno e schietto con il Nunzio apostolico ha diradato le mie preoccupazioni e paure portando serenità e un grande senso di pace.

Fermandomi a pregare mi sono detto: «Continuerò ad alzare il calice della salvezza e invocare il nome del Signore con e per un popolo desideroso di camminare insieme al Suo Pastore Gesù, ai suoi sacerdoti, ai fedeli laici e crescere sulla via della santità».

Sono persuaso e profondamente convinto che «le misericordie del Signore non sono finite» e per questo non voglio nascondere le mie paure e la povertà della mia persona ma, nello stesso tempo, continuare a confidare nel Suo Santo Amore, nella Sua paterna e materna presenza. Desidero fortemente che il mio ministero apostolico sia ancorato al Suo umile Cuore di Pastore che conosce, ama e dona la sua vita per il gregge. Tutto il Suo gregge!

Con voi, Chiesa che il Signore mi affida, voglio ascoltare la Sua voce, pregare e celebrare la fede, camminare, suscitare il fascino dell’incontro gratuito e informale, tessere trame di feconda relazione con sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi, famiglie, giovani, ragazzi, anziani, bambini, ammalati, poveri, bisognosi, con le altre confessioni religiose, istituzioni tutte e con ogni uomo e donna di buona volontà che ogni giorno faticano per realizzare il proprio sogno. Sulla Tomba dell’apostolo Pietro e su quella di San Giovanni Paolo II, il cui insegnamento ha guidato e illuminato la mia attività apostolica, ho pregato per voi, per le vostre famiglie e le vostre intenzioni.

Vengo a voi rispettoso della vostra maternità ecclesiale. Ricordo con profonda ammirazione ciò che Sant’Ambrogio scriveva rivolgendosi ai fedeli laici della sua Chiesa: «Voi, che possedete il sacerdozio universale, siete per me dei genitori. Proprio così: voi siete contemporaneamente genitori e figli. Presi ad uno ad uno siete figli, mentre tutti insieme formate un corpo, siete dei genitori che danno la vita» (Commento al Vangelo di Luca, 8,73).

Un caro saluto a Mons. Antonio Staglianò chiamato dal Santo Padre a presiedere la Pontifica Accademia di Teologia. Ringraziandolo per il lavoro svolto in Diocesi lo ricordo nella preghiera augurandogli ogni bene nel Signore.

Saluto Mons. Angelo Giurdanella, Vescovo di Mazara del Vallo, Mons. Rosario Gisana, Vescovo di Piazza Armerina, Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, figli della nostra amata Chiesa netina. Il mio pensiero cordiale va anche a Mons. Giuseppe Malandrino, emerito e a Mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina. A tutti voi chiedo la vicinanza nella preghiera.

A voi presbiteri e diaconi, primissimi collaboratori nel ministero pastorale, giunga il mio cordiale e fraterno saluto. A tutti voi che nella fedeltà e con tanta fatica feriale vi spendete per la crescita del popolo santo di Dio. Sappiate che voglio condividere la vostra strada, sentire il vostro passo e la vostra passione che sempre più deve spingerci a edificare una Chiesa viva, povera, mite, misericordiosa, sinodale, attenta e aperta ai bisogni di tutti e non di pochi. Siamo chiamati a vivere insieme nella fraternità per custodire e ravvivare il dono che Dio ci ha fatto. Alle vostre comunità parrocchiali, alle famiglie e in modo particolare a quelli che sono segnati da ferite corporali o spirituali, giunga il mio fraterno saluto.

Ci accomuni sempre lo stile del buon samaritano che ci insegna la modalità con la quale dobbiamo inginocchiarci dinanzi alle ferite altrui. Una misericordia veramente completa, genuina, senza interessi o mezze misure è un gesto di puro dono, gratuito e benevolo. In Sacerdozio e poesia Mons. Francesco Pennisi, scriveva sulla vita presbiterale: «Lui solo ha il privilegio di vedere, qui sulla terra, l’inferno e il paradiso; cuori che in anticipo hanno le disperazioni, le ribellioni, le bestemmie ed il fuoco dell’inferno; cuori di santi che nella pace e nell’estasi fanno intravedere il paradiso».

Saluto con affetto i nostri cari seminaristi. A Dio che chiama avete donato gratuitamente la vostra vita. Siate testimoni della gioia e della speranza perché vivere il sacerdozio significa testimoniare il vangelo costruendo comunità credibili e sante.

Ai Religiosi e alle Religiose esprimo la mia personale gratitudine. La vostra scelta d’amore sia il segno di un’oblazione orante e caritatevole. Voi siete la «luce del mondo», voi avete scelto «la parte migliore». Siate lampade per questi nostri tempi così cupi e minacciosi. La gente ha bisogno di essere ascoltata, amata, compresa e aiutata.

Saluto i fedeli laici, i membri delle varie associazioni, gruppi e movimenti, le confraternite e le aggregazioni laicali tutte. Saluto coloro che appartengono ad altre confessioni religiose, a chi crede di essere lontano dal Buon Dio o crede di avere smarrito per sempre la strada. A tutti ricordo ciò che annunciava Papa Francesco nella Quaresima del 2016: «Non c’è santo senza un passato né peccatore senza futuro». Questa è la speranza cristiana!

Ai catechisti, agli operatori pastorali, agli insegnati di Religione dico fin da adesso il mio grazie. Stare nella Chiesa di Cristo significa spendersi per Lui, cercare con sapienza evangelica vie nuove continuando ad essere fedeli al Vangelo.

Ai giovani e ai ragazzi che incontrerò nelle comunità parrocchiali o lungo le strade dei nostri Comuni dico: voi siete non il futuro ma l’oggi della Chiesa e della società. Abbiamo bisogno della vostra fantasia, della vostra spensieratezza e non fatevi rubare da chicchessia i sogni più belli. La vita ci appartiene e la vogliamo vivere in pienezza. Sempre. Sognate cose grandi insieme ai nostri sacerdoti e rendete le nostre comunità «case e scuole di comunione», luoghi di incontro e di confronto, di amicizia e di crescita nella fede semplice e vera.

Un saluto alla Diocesi di Butembo-Beni, in Congo. Nello spirito della comunione e mutua relazione vi giunga il mio caloroso e fraterno abbraccio. Ci si arricchisce scambievolmente se tutti riusciremo ad abbattere barriere ed ostacoli che non danno ampio respiro alla nostra vita spirituale e pastorale.

Infine, il mio più cordiale saluto giunga a tutte le autorità civili e militari del territorio, alle istituzioni delle provincie di Ragusa e Siracusa. A tutti assicuro la collaborazione, nel rispetto delle nostre identità ma concordi e unanimi nella ricerca di tutto ciò che necessita al bene di ogni persona, soprattutto degli ultimi e dei più bisognosi.

Il mio pensiero filiale alla Chiesa di Caltanissetta che mi ha donato la fede e reso sacerdote di Cristo.

Un affettuoso saluto al mio Vescovo Mons. Mario Russotto. Sono grato al Signore che lo ha chiamato a guidare la nostra Chiesa con diligenza e amore paterno. In questi anni direttamente ho potuto lavorare con lui e tracciare sentieri di vicinanza pastorale al popolo di Dio, in modo particolare ai giovani, ai catechisti e agli insegnanti di religione. Quante giornate indimenticabili nella nostra piccola e amata chiesa nissena! Confronti sereni e fruttuosi per far crescere il nostro popolo nella fede e nell’amore. Lo ringrazio per questi anni meravigliosi, per il bene incondizionato e la profonda stima nutrita nei miei confronti.

Il mio saluto ai carissimi confratelli Mons. Giuseppe La Placa, vescovo di Ragusa e Mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa. Sono certo che, nello spirito della sinodalità, le nostre comunità sapranno indicare le vie da percorrere per realizzare progetti di comunione a servizio del popolo di Dio.

Ringrazio i confratelli e i docenti dell’Istituto Teologico “Mons. Giovanni Guttadauro”, i seminaristi, i membri di tutte le Aggregazioni laicali, dei Movimenti, delle Associazioni, del Consiglio Pastorale e Presbiterale, i Religiosi e le Religiose, i collaboratori della Curia Vescovile, i catechisti della Diocesi, gli Insegnanti di Religione e le comunità cristiane incontrate nello svolgimento del mio servizio diocesano come Direttore della Pastorale Giovanile e dell’Ufficio Catechistico.

Alla comunità del Sacro Cuore di Caltanissetta, dove per ventidue anni sono stato compagno di viaggio di tanti fratelli e sorelle, va il mio singolare ringraziamento. Spendersi per Cristo significa governare e rigovernare una locanda dove il passo stanco del pellegrino può trovare riposo e ristoro sapendo che lì ci si può sedere a mensa con il Signore e incontrarLo veramente.

La mia personale gratitudine al Collegio dei Docenti del San Tommaso di Messina, agli alunni e ai membri del Centro di Pedagogia Religiosa. Ai Figli e alle Ancelle dell’Amore Misericordioso fondato dalla Beata Madre Speranza di Gesù, ai sacerdoti diocesani con voti, il mio più caloroso abbraccio e fraterno ringraziamento. Ai membri della Segreteria Nazionale del Forum degli Oratori italiani della CEI di cui ho fatto parte. Grazie! Lì ho imparato e contemplato che l’animazione dei ragazzi e dei giovani in Oratorio è una via percorribile per ridare speranza e gioia alla nostra pastorale giovanile.

Alla mia famiglia. Alla mia grande zia, alle mie sorelle e a mio fratello, ai miei cugini e parenti tutti. Agli amici di sempre! Il vostro affetto in questi anni l’ho percepito come il respiro gratuito dell’anima. La storia della nostra famiglia la custodisco nel cuore come spazio di vita sofferta e gioiosa.

Un grazie infinito ai miei genitori Pina e Giovanni che il Signore ha chiamato nella gloria della Gerusalemme celeste. Sono loro l’Alfa e l’Omega della mia vita e di questi primi 32 anni di sacerdozio. Da loro ho imparato l’alfabeto della fede e della carità. Partendo dal sacrificio si arriva a gustare la vita in pienezza. Sono stato sempre orgoglioso di loro e so che dal cielo vegliano notte e giorno su di me e su tutti i miei familiari.

Alla materna intercessione della Vergine Maria Scala del Paradiso, a San Michele Arcangelo, San Corrado Confalonieri, San Nicolò, Santa Rosalia, San Giovanni Bosco, San Giovanni Paolo II e alla Beata Madre Speranza di Gesù, affido tutti voi, tutti coloro che hanno lasciato la nostra terra per motivi di studio, lavoro o salute, affido la mia persona e il mio ministero episcopale perché come servo e pastore possa camminare con voi, popolo santo di Dio e ricordare che «eterna è la sua misericordia».

Nell’attesa di potervi incontrare al più presto vi auguro di vivere un sereno Natale del Signore: che porti la pace in questa stagione di sofferenza e di dolore a causa della pandemia e della guerra. Che la stella del Santo Natale ci guidi a Betlemme e ciascuno di noi riconosca la potenza d’amore del Bambinello Gesù. A Natale come segno di gratitudine per il dono della pace, invitate i vostri figli e ragazzi a benedirvi perché «a chi è come loro appartiene il regno dei Cieli».

Pregate per me! Grazie!

 

Caltanissetta, 22 dicembre 2022

 

Vostro Aff.mo

✠ Salvatore Rumeo

Vescovo eletto di Noto

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Ai Ragazzi e ai Giovani della Chiesa di Noto In evidenza

Ai Ragazzi e ai Giovani della Chiesa di Noto

 

Carissimi ragazze e giovani

mi chiamo Salvatore, ho 56 anni e sono di Delia, un paese del centro Sicilia. Ho sempre vissuto a Caltanissetta e il Signore mi ha scelto come suo discepolo; infatti mi ha voluto sacerdote. Dal 22 dicembre 2022 Papa Francesco mi ha nominato pastore e guida della vostra Chiesa di Noto.

Ora anche mia!

Vi scrivo oggi, all’alba del nuovo anno, perché voi siete i veri custodi della vita e della pace e riuscite a conservare la capacità di stupire il mondo con la vostra gioia e spensieratezza.

Voi ragazzi siete la speranza del mondo e nei vostri occhi risplende la Luce del Bambino di Betlemme. Nei vostri sogni scorgiamo il volto di una Chiesa che accoglie con sentimenti materni e vive la gioia del Vangelo in semplicità di vita.

E voi giovanissimi e giovani «siete forti e con la forza della Parola di Dio avete vinto il maligno». Siete la speranza della Chiesa, perché sulla vostra strada, anche se avvolti da inquietudini e pericoli, siete sempre in ascolto del Maestro Divino, discreto e amorevole compagno di viaggio.

Coltiviamo insieme l’arte del sogno perché le nostre comunità diventino luoghi di incontro e spazi di condivisione.

Pregate per me! Perché il Signore mi dia la grazia e la forza di incontrare tutti voi e di incrociare i passi di chi si sente lontano da Lui o sconfitto dalla vita. Vi voglio bene!

 

Caltanissetta, 1 gennaio 2023

Solennità di Maria SS. Madre di Dio

 

Vostro affettuosissimo

✠ Salvatore Rumeo

Vescovo eletto di Noto

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A S.E. Mons. Sikuli Paluku Melchisedek In evidenza

A S.E. Mons. Sikuli Paluku Melchisedek Vescovo di Butembo-Beni

 

Eccellenza Rev.ma

La ringrazio vivamente per le sue parole affettuose. Chiedo a Lei e alla comunità diocesana di Butembo-Beni di sostenermi con la preghiera. Credo fortemente nell’amicizia cristiana e nel senso profondo della comunione tra le Chiese sorelle.

Profondamente legato al magistero della Chiesa, sono convinto che la missione costituisca in questi tempi di crisi la via per ridare speranza agli uomini e alle donne segnate da dolorose ferite causate dalla pandemia e dalla guerra.

La Consacrazione episcopale avverrà nel mese di marzo, probabilmente il 18, e naturalmente tengo alla Sua presenza.

Nei tempi e nei modi da stabilire vorrei far visita alla Sua Diocesi per arricchirmi della vivacità e della freschezza della comunità cristiana da Lei guidata.

Mi affidi alla preghiera del Suo popolo perché possa vivere il ministero affidatomi dalla Chiesa con mitezza, bontà e premura pastorale verso tutti.

Mi benedica

 

Caltanissetta, 26 dicembre 2022

 

Vostro affettuosissimo

✠ Salvatore Rumeo

Vescovo eletto di Noto

 

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