Storia dal 1953 al 1998

Un sogno nel cassetto

La presenza salesiana a Caltanissetta nacque dall'esigenza di realizzare un progetto concreto per l'educazione e la formazione della gioventù nissena, la quale risentiva notevolmente degli effetti devastanti della Seconda Guerra Mondiale. Nella mente di mons. Jacono questa constatazione divenne sempre più una urgenza pastorale, e quale mezzo migliore poteva realizzare tutto ciò se non l'attività e il carisma salesiano di san Giovanni Bosco?

Già nel 1885 don Michele Rua, primo successore di Don Bosco, fece visita alla Sicilia, e tra le località visitate ci fu anche la città di Caltanissetta, dove don Rua lasciò un segno non indifferente nella gioventù del tempo. Probabilmente tale episodio lasciava presagire qualcosa che sarebbe accaduto diversi anni dopo.

L'intuizione e il desiderio del vescovo, a distanza di parecchi anni da quella memorabile visita, era davvero brillante, e trovò buoni consensi anche e soprattutto all'interno del clero diocesano. Nell'idea di mons. Jacono vi era l'edificazione di un grande "Oratorio giovanile" che potesse portare avanti i fini già sopra menzionati. Ma per far partire la grande opera era necessario mettersi in moto prendendo i giusti contatti.

Ebbe inizio così il lungo travaglio che portò alla venuta dei salesiani. Avendo ricevuto il placet dall'Ispettoria, mons. Jacono si mise subito alla ricerca di un terreno utile per la costruzione della casa, senza sapere che la Provvidenza già aveva pensato a tutto. Nella periferia di Caltanissetta era in vendita un villino, che ben presto divenne proprietà del vescovo, e che per anni fu conosciuto sotto il nome di "villino del vescovo". Ma la Provvidenza non si fermò qui. Una donna nobile di nome Palmira Ingrassia Lanzirotti, decise di donare al vescovo diocesano la propria eredità allo scopo di costruire un Oratorio per i giovani da dedicare al Sacro Cuore di Gesù. A tale donazione si aggiunse quella del Cav. Michele Curatolo, che lasciò tutti i suoi beni al vescovo, allo scopo di portare avanti il suo progetto e di provvedere all'educazione dei giovani.

Correva l'anno 1953, ed esattamente il 29 settembre, festa patronale di San Michele Arcangelo, quando finalmente giunse a Caltanissetta il primo padre salesiano che ebbe l'oneroso incarico di dare avvio all'opera e di proseguire i lavori, nella struttura ancora allo stato rustico. Il religioso si chiamava don Vincenzo Scuderi, che aveva sulle spalle una lunga esperienza missionaria svolta in India, e il quale, inoltre, non perse tempo e si mise subito al lavoro.

Il 3 novembre del 1953, data in cui ebbe inizio ufficialmente l'attività oratoriana, il sogno divenne finalmente realtà.

La nascita della chiesa

La nascita dell'oratorio salesiano costituì per i giovani nisseni una grande novità. Il parroco don Scuderi annota che una moltitudine di ragazzi, provenienti da diverse zone della città, riempiva il cortile dell'oratorio, che nel giro di poco tempo divenne uno dei principali centri di aggregazione della gioventù cittadina.

Intanto i lavori dell'annessa chiesa non erano terminati, e nonostante mancassero ancora pavimenti e infissi, la notte di Natale dell'anno 1953 mons. Jacono venne a benedirla. Nel discorso rivolto ai fedeli per tale occasione, egli, con accento commosso, pronunciò testuali parole:

«Da trent'anni aspettavo i Salesiani. Ora sono venuti i figli di D. Bosco e canto con gioia il Nunc dimittis. Sono contento di lasciare questa terra dopo avere realizzato un sogno vagheggiato da tanti anni».

Poche ma profonde parole che rivelano l'ardente amore del vescovo verso il mondo giovanile, e che di conseguenza lasciano trapelare in maniera palese quell'antico sogno tenuto per anni nel cuore.

Il direttore dei Salesiani, in occasione di una sua visita a mons. Jacono chiedeva a questi il perché avesse voluto intitolare la chiesa proprio al Sacro Cuore di Gesù. Il vescovo così rispondeva: "Veda, in Diocesi c'erano tante Chiese dedicate alla SS. Vergine, altre ho avuto la gioia di costruire e a Lei dedicare. Ma al tramonto della mia lunga vita ed Episcopato in questa Diocesi, desidero dedicare al Cuore Sacratissimo di Gesù una Chiesa, che oltre a servire come luogo di preghiera dei giovani oratoriani voglio elevare a Parrocchia e col tempo a Santuario del Divin Cuore”.

Le intenzioni qui contenute fecero andare avanti il progetto della chiesa, che fu elevata a Parrocchia il 5 marzo 1955, dopo che nel febbraio dello stesso anno era stata stipulata una convenzione tra il vescovo di Caltanissetta e l'Ispettore dell'Ispettoria Salesiana Sicula, che stabiliva i diritti di proprietà della Pia Società Salesiana sulla Chiesa e sui locali annessi, a condizione però, che rimanesse ben distinta l'amministrazione della Parrocchia da quella dell'Oratorio.

Il 24 maggio del 1955 il sacerdote don Vincenzo Scuderi venne nominato parroco, e pochi giorni dopo, esattamente il 27, il nuovo parroco fece il suo insediamento nella nuova Parrocchia. Ebbe così ufficialmente e canonicamente inizio l'attività parrocchiale, che nel giro di poco tempo andò assumendo una struttura ben precisa.

L’oratorio cuore dell’intera pastorale

L'attività pastorale più significativa fu senza dubbio quella mirata all'educazione e alla formazione dei giovani, in quanto rispondeva al carisma salesiano voluto da Don Bosco. La conduzione del nuovo oratorio si fece sempre più difficile, in quanto il numero dei giovani diventava sempre più numeroso, e il solo don Scuderi non era in grado da solo a gestire la grande opera. Si avvertiva l'esigenza di affiancare al parroco un altro sacerdote, in modo tale da poter equilibrare la mole di lavoro. Il primo aiuto fu offerto da alcuni laici, i quali diedero un contributo notevole all'opera e offrirono al parroco una preziosa cooperazione, questa, poté essere alimentata solo dal provvidenziale arrivo di altri due padri salesiani, don Vincenzo Di Maria e don Pietro Bolognani.

Grazie alla presenza dei due nuovi religiosi si poterono aprire, unitamente alle attività oratoriali, le Scuole serali per giovani ed adulti operai.

A partire dall'esperienza dell'oratorio sorsero numerosissime attività, che costituivano delle forme di attività pastorali. Si ricordano ad esempio la nascita della Conferenza di San Vincenzo dè Paoli, costituita da giovani oratoriani che si occupavano dell'assistenza materiale e della catechesi dei fanciulli poveri, le diverse attività sportive, che permettevano di riunire tantissimi giovani della città, e per finire l'istituzione dello Scoutismo, ad opera di don La Rosa e del prof. Vittorio Stracci.

L'attività dell'oratorio divenne un tutt'uno con la Parrocchia, la quale non era separata dalle attività giovanili. Tutto il complesso e tutte le attività costituivano un unico cammino cristiano per la comunità parrocchiale appena formata.

Da un punto di vista strettamente religioso e legato per lo più alla pietà popolare, vanno menzionate alcune pie pratiche che alimentarono la fede del popolo e la loro devozione alla Vergine Santissima. Sono da ricordare storicamente la Peregrinatio Mariae del 1954, che per un anno riuniva diversi fedeli nelle case di tante famiglie, e ancora, l'introduzione della supplica a Maria Ausiliatrice ogni 24 del mese, già iniziata in passato dal sacerdote diocesano don Sante Gangarelli.

La Parrocchia Sacro Cuore divenne un punto stabile di incontro, di pietà popolare, ma al contempo un centro di interessante collaborazione con il Clero diocesano. Don Scuderi ricorda volentieri nella sua relazione la collaborazione con il Seminario, e precisamente con la persona dell'allora vicerettore mons. Angelo Rizzo, il quale permetteva ai chierici più grandi di insegnare catechismo nell'oratorio.

Come si può apprendere da quanto detto, l'intera pastorale ruotava attorno all'oratorio, luogo che ha formato intere generazioni e presso il quale tantissimi giovani hanno riscoperto la loro fede. La Parrocchia di uomini, si è costituita nel tempo grazie a questa zelante attività e all'opera di tanti fedeli che hanno prestato la loro collaborazione ai sacerdoti presenti.

Volendo utilizzare una terminologia odierna, mi permetto di affermare che la primissima pastorale della Parrocchia Sacro Cuore è stata una pastorale giovanile che però ha allargato i suoi orizzonti e ha raggiunto anche le famiglie, le coppie, gli adulti e tutte le fasce di età. Una pastorale integrata e globale che ha portato avanti la colossale opera salesiana iniziata a partire da quel famoso 1953, anno in cui un semplice sogno di un umile vescovo, divenne una grande e fruttuosa realtà.

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