Convegni

Convegno sulla Lettera Pastorale “Il tesoro e l'argilla”

Ritrovarsi insieme per ascoltare e condividere, per riflettere come Chiesa, a partire dal magistero del nostro Vescovo, sulla necessità di ridare linfa e intraprendere nuovi percorsi che impegnino gli operai della vigna del Signore in un rinnovata ed esaltante azione evangelizzatrice.

Annunciare il Vangelo di Cristo nel cuore della città: l’esperienza evangelizzatrice di san Paolo rimane, per tutti i credenti in Cristo di ogni luogo e di tutti i tempi, esemplare e paradigmatica. Conquistato da Cristo e preso dal suo fascino, l’apostolo dei pagani è mosso dall’intima, invincibile certezza di essere stato «prescelto per annunziare il Vangelo di Dio», come scrive ai cristiani di Roma (Rm 1,1); e alla comunità di Corinto, da lui stesso fondata, dichiara con tono deciso: «Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo» (1Cor 1,17). La missione per Paolo non è attività marginale o periferica: è il compito fondamentale e il dovere primario, per cui non gli è più possibile vivere per se stesso. Essere cristiano ed essere missionario è la stessa cosa. Votato interamente alla causa del Vangelo, l’apostolo non si lascia intimidire da nessun rischio né arrestare da alcun ostacolo. Più volte percorre Palestina e Siria, Asia minore, Macedonia e Grecia, lungo le strade militari e le rotte commerciali. Entra nelle sinagoghe della diaspora, si mescola alle folle cosmopolite delle città; si confronta con l’alta cultura e con la religiosità popolare. L’evangelizzazione è il compito prioritario per la Chiesa, sta a fondamento di tutto e deve avere il primato su tutto; niente la può sostituire e nessun’altra opera le si può anteporre.

Tutta la Chiesa è per sua natura missionaria e la missione riguarda tutti i cristiani. L’annuncio, la celebrazione e la testimonianza sono i tre grandi “luoghi” ordinari in cui risuona abitualmente il messaggio assolutamente prioritario della fede, come avviene in sommo grado nell’Eucaristia, in cui «annunciamo la morte del Signore, proclamiamo la sua risurrezione, nell’attesa della sua venuta». Il Vangelo viene prima di tutto e sta al di sopra di tutto. Nella vita quotidiana, nel contatto giornaliero, nei luoghi di lavoro e di vita sociale si creano molte occasioni di testimonianza e di comunicazione del Vangelo. Le domande religiose vanno accolte, anche quando necessitano di verifica e di purificazione. Esorta l’apostolo Paolo: «Accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni» (Rm 14,1). A volte sono domande vaghe; talora chiedono ciò che la comunità non può dare; non poche volte si fermano alla superficie delle cose. Ma colui che chiede, proprio perché adulto, deve essere aiutato a capire che nella sua domanda è implicito l’interrogativo: «Che cosa debbo fare?» (cf. At 2,37). In ogni caso, viene però il momento in cui la proposta cristiana di confessare che Gesù è il Signore va formulata in modo chiaro ed esplicito. Nella nostra società, che si configura come multietnica e multireligiosa, i cristiani, nel rispetto di ciascuna tradizione religiosa e di ogni convinzione personale, ancorati alla propria identità e rivendicando con coraggio la propria fedeltà al Vangelo di Gesù Cristo morto e risorto, sono chiamati a dare una chiara testimonianza di vita evangelica, senza condizionamenti o compromessi, offrendo a coloro che vivono momenti impegnativi o situazioni molto sofferte della loro vita la certezza di essere amati e salvati dal Padre nel Signore Gesù.

Pertanto, perché la parola del Vangelo sia donata a tutti coloro che l’attendono, è indispensabile la presenza significativa dei cristiani laici nei vari ambienti di vita. «È compito proprio del fedele laico annunciare il Vangelo con un’esemplare testimonianza di vita, radicata in Cristo e vissuta nelle realtà temporali: famiglia; impegno professionale nell’ambito del lavoro, della cultura, della scienza e della ricerca; esercizio delle responsabilità sociali, economiche, politiche. Tutte le realtà umane secolari, personali e sociali, ambienti e situazioni storiche, strutture e istituzioni, sono il luogo proprio del vivere e dell’operare dei cristiani laici». Il cammino della Chiesa nissena è stato segnato, nel corso dell’anno pastorale 2008 – 2009, dalla Lettera pastorale del nostro Vescovo Il tesoro e l’argilla. Per tanti forse un buon libro su cui riflettere insieme, per altri un ottimo testo di spiritualità, per altri forse un modo per accostarsi alla vita di San Paolo? Ma non leggiamo già tanti libri? Qual è lo spirito di una Lettera Pastorale? Ma cosa ha voluto dirci Mons. Russotto con Il tesoro e l’argilla? Tra le finalità: orientare la vita della comunità cristiana locale verso un comune sentiero di crescita nella fede che, indiscutibilmente, parte da un atteggiamento di fedele discepolato verso il proprio Vescovo. Tutta la Chiesa è in ascolto, accoglie, celebra, vive e manifesta la fede che gli apostoli, nel giorno di Pentecoste, hanno trasmesso con coraggio. La Lettera Pastorale è indispensabile nel cammino di una chiesa locale. Tra le righe riusciamo a cogliere le indicazioni, i tempi e le modalità necessarie per l’edificazione di una comunità che si ritrova sulla stessa frequenza o che riesce ad accordare armonicamente le diversità. Afferma il nostro Vescovo nella Lettera Pastorale: «Guai a me se non predicassi il Vangelo!»: evangelizzare è la missione essenziale e l’identità più profonda della Chiesa, la grazia e la vocazione propria della comunità ecclesiale e, in essa, di ogni cristiano. La Chiesa evangelizzatrice deve innanzitutto evangelizzare se stessa. Ha bisogno di ascoltare continuamente ciò che deve credere, sperare, amare.

Ha bisogno di conversione e di rinnovamento costanti se vuole evangelizzare il mondo con credibilità. E ogni cristiano, in virtù del battesimo, è chiamato dal Cristo Gesù ad essere evangelizzatore, annunciando e testimoniando non se stesso o le proprie idee personali, ma il Vangelo di cui né lui né la stessa Chiesa sono padroni e proprietari assoluti. Evangelizzare è portare il lieto annuncio della salvezza a tutti gli strati dell’umanità, per trasformarla dal di dentro e renderla nuova. Ma non c’è umanità nuova se prima non ci sono uomini nuovi. Annunciare il Vangelo di Cristo nel cuore della Città: abbiamo accolto alcune provocazioni della Lettera Pastorale del nostro Vescovo ascoltando due testimoni eccellenti, che in ambiti e settori diversi ma con la stessa passione e lo stesso amore, sono impegnati in una continua opera di trasformazione del mondo dal di dentro: don Riccardo Tonelli e il Dott. Piero Cavalieri.

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